Frettoloso ritorno del famelico marmocchio

arrestato dal richiamo di un grillo solitario,

silenzio teso tra assordanti battiti,

filo sottile tra cacciatore e preda.

 

Passo e respiro rallentati,

artigli sordi alla compassione,

orecchie tese al bersaglio,

tra gli steli occhi inquisitori.

 

Salto smorzato in un pugno chiuso,

soffocata oscurità,

l’urlo sgraziato del gigante,

l’istante prima della fine.

 

La prigione si apre, incredulità sospesa,

spiccare il salto, forse,

sguardi che si toccano,

zampe caricate, stacco.

 

Aria leggera, erba sicura,

fugace sguardo al cacciatore,

gli occhi del bambino puntati al cielo,

liberi, entrambi.