Pinocchio

 

“ C'era una volta un pezzo di legno...”

resina odorosa, essenza millenaria;

del grillo che parla si perdon le tracce,

“Pinocchio, sveglia, i tuoi piedi son braci”.

 

Arlecchino e Pulcinella, burattini fratelli

ti ricevono a teatro festosi.

Occhi di fuoco sinistro, lampeggiano nella barbaccia nera,

ma non sempre ciò che appare è verità vera.

 

Impiccato alla Quercia Grande

per zampa di avidi assassini;

la bocca serrata a difendere il tesoro

invoca il babbo con l'ultimo fiato.

 

Al mondo rinato per mano gentile,

il naso misura le pronte bugie;

semini al campo i quattro zecchini

innaffiando le zolle di sogni dorati.

 

La fame mordace intacca anche il legno

la bocca ferrigna colpisce nel segno;

abbai nella notte il tuo riscatto,

a Melampo non togli l'onore.

 

Capelli turchini dal marmo celati

giace la bella bambina;

seme fecondo

rinasce fata mammina.

 

Promesse scordate dai balocchi del bel paese,

ciuchino venduto, dal mare rigenerato,

riscopri nel ventre dell'antico timore

il padre creatore.

 

La trasformazione è avvenuta, l'avventura è conclusa,

gioco di specchi, visioni indistinte:

il ragazzino perbene da fili è tirato,

sento il respiro del burattino che son stato.