I tanti modi di essere della coppia storicamente realizzati oggi sembrano convivere, infatti si trovano modalità di stare in coppia molto diverse.

 

Per alcune donne e uomini, come lo era molto frequentemente nel passato, è ancora un'assicurazione di sopravvivenza, una collocazione nel mondo, una sistemazione socio-economica conveniente, e anche i tanti "separati in casa" sono legati a queste necessità.

 

Per altre persone può essere una liberazione o un tentativo di fuga dalla famiglia di origine, una speranza di libertà; per altre ancora è vissuta come importante per generare i figli.

 

C'è chi la rifiuta o la ricerca nel tentativo di sanare i traumi vissuti a causa delle situazioni conflittuali nella coppia dei genitori.

 

Alcuni cercano l'amore romantico, la passione; per qualcun altro è prioritaria la rassicurazione, la protezione, la stabilità.

 

C'è chi la fonda su valori quali la fedeltà, la sincerità, la condivisione profonda; per altri al contrario l'impegno è vissuto come un vincolo, una catena, si dice infatti parlando delle fedi matrimoniali "le manette d'oro".

 

Per tanti l'aspetto sacramentale dell'unione, il matrimonio religioso, è fondamentale; molti invece vivono questo come un rito o un obbligo sociale, una festa per compiacere i genitori, gli amici, una modalità per affermare la propria adeguatezza, “normalità” sociale: fare una bella figura per l'abito, il pranzo; altri ancora ne sottolineano l'aspetto privato e personale e si sottraggono ai doveri del "bisogna fare così".

 

Qualcuno vive la coppia come stabile, altri come un patto o un'alleanza a termine…

 

La realtà della coppia eterosessuale è quindi molto complessa e parlando di coppia non sempre tutti intendono la stessa cosa.

 

In ogni caso alla radice c'è sempre il bisogno d'amore, il bisogno della scoperta del diverso, di se stessi, dell'altro, la necessità di dare e di ricevere, il bisogno di evolvere, di crescere, di sperimentare la sensazione del "compimento", del senso della propria esistenza.

 

Coppia come seconda nascita in quanto, oltre all'inizio di qualcosa di nuovo, l'identità a due, si può in un certo senso ricominciare, cioè ripercorrere le tappe della propria storia alla luce del nuovo amore.

 

Come alla nascita si è già in qualche modo individuati, in quanto frutto di una relazione e di due diversi patrimoni genetici, ancor più nella coppia la storia precedente dei due è una componente importante, ognuno la consegna all'altro, la mette in gioco nel rapporto, e così la coppia si trova sovente a gestire e a cercare di superare i "nodi" emotivi o relazionali irrisolti nei rapporti con le figure di riferimento di ciascuno.

 

Ognuno proietta sul partner l'immagine di uomo o donna interiorizzata nel rapporto col genitore “altro”, figlio-madre, figlia-padre, e porta la propria identità sessuale acquisita nel rapporto col genitore dello stesso sesso. Non si sceglie "a caso", ma ognuno in qualche misura "riconosce" similitudini, familiarità nel nuovo. Nel partner ci attraggono qualità che abbiamo in noi, ma di cui non siamo ancora pienamente consci, ovvero avviene il riconoscimento di qualche cosa che ci appartiene e si intravede la possibilità di superare i propri limiti.

 

Ciò che identifica la coppia è l'unione sessuale, da non intendersi limitata all'unione genitale, ma più ampiamente alla relazione intima, psicologica ed esistenziale tra due individui di sesso diverso.

 

Il maschio per essere se stesso e conoscersi ha bisogno della femmina e così la femmina per essere se stessa e per conoscersi necessita del maschio. Questo reciproco bisogno di rapporto non annulla la diversità e l'autonomia soggettiva, anzi, è proprio perchè si è diversi che si può essere complementari.

 

L'identità sessuale è il "sentirsi" uomo o donna, e ciò soddisfa il bisogno di conoscersi e accettarsi; non è un bisogno secondario, ma di pari importanza alla necessità di alimentarsi, di difendersi, di essere amati.

 

Tale bisogno è innanzitutto e primariamente soddisfatto nella relazione con i genitori, e in particolare con l'omologo che è la figura con cui ci si identifica: essere maschio come il papà, femmina come la mamma.

 

Il modo di essere coppia dei genitori comunica ai figli il grado di valore del maschile e del femminile e la fecondità della complementarietà. E' importante che gli adulti siano consapevoli della portata e del significato di tale bisogno.

 

Il maschio, per “trovarsi”, sperimentarsi come tale, deve diversificarsi, distaccarsi dalla madre, e la maturazione è favorita dall'attaccamento e dall'alleanza col padre; come si dice e come concretamente si fa in molte sale parto è il papà che taglia il cordone ombelicale.

 

Gli organi genitali maschili, esterni, intrusivi, gli spermatozoi mobili e competitivi, portano sensazioni di azione, di competizione; il maschile è associato al fare.

 

Ha però un lato debole: la fragilità è data dall'identificare il “non fare”, l'accoglienza, la sensibilità e l'intimità, caratteristiche della mamma, del femminile quindi, come un "pericolo" per la propria identità, per il diventare maschio.

 

Nel rapporto col papà, invece, può scoprire un'intimità al maschile che non solo non è pericolosa per l' identità, ma al contrario la protegge, la consolida.

 

Ecco perchè si consiglia che padre e figlio, madre e figlia, al di là dei momenti comuni a tutta la famiglia, vivano delle esperienze senza la presenza del genitore dell'altro sesso. Tutto ciò non significa diventare la fotocopia del genitore, ma comporta, nel riconoscimento dei suoi limiti, “permettersi” di ricevere, con sufficiente riconoscenza quanto la madre e il padre sono stati in grado di essere e di dare.

 

La femmina, per crescere nella propria identità, sperimenta una fiduciosa intimità con la madre che apre alla manifestazione delle qualità femminili. Come la madre si è presa cura di lei, così lei può vivere il prendersi cura di sé e degli altri con naturalezza.

 

Gli organi genitali femminili, interni, cavi, predispongono, come vissuto, sensazione fisica di sè, all'accoglienza, al raccoglimento, alla custodia, all'attesa, al non visibile.

Il femminile viene associato, più che al fare, all'essere, allo spazio interiore, alla scoperta di sé: qualità peculiari anche della dimensione spirituale.

 

Se in passato la competizione, il successo potevano essere vissuti interferenti con il sentirsi donna, da tempo ormai, a seguito delle mutate condizioni socio-culturali, molte donne sembrano considerare inadeguate per la propria identità più la sensibilità, l'interiorità che la competizione sociale e professionale. Dal nostro punto di vista i due poli non si escludono, tuttavia l'integrazione di queste qualità richiede un'energia maggiore anche perché l'ambiente maschile circostante spesso non è pronto a relazionarsi con un femminile emancipato e i vecchi stereotipi son ancora presenti in larghe fasce della società.

 

Le diversità tra i due sessi però non sono assolute in quanto ogni uomo ha in sè caratteristiche femminili e ogni donna caratteristiche maschili.

 

Elmar e Michaela Zadra nel libro "Tantra" specificano ulteriormente le caratteristiche maschili e femminili.

 

Il maschio è più carico di energia al polo genitale e in grado minore possiede energia a livello del cuore inteso come accettazione incondizionata di sè e dell'altro.

La femmina, invece, ha più energia a livello del cuore e meno a livello genitale.

 

Nell'atto sessuale avviene lo scambio energetico col risultato del raggiungimento di un maggiore equilibrio all'interno della coppia e dei singoli.

 

E' controproducente per l'uomo quindi negare a se stesso e nascondere alla partner le proprie sensazioni corporee, il desiderio sessuale e la paura del coinvolgimento emotivo, polo del cuore.

 

Alla convinzione del passato che l'amore è sacro ma il sesso è sporco, oggi, in tempi di promiscuità sessuale, la divisione è ampiamente spostata sulla separazione tra sessualità ed emotività, affettività.

 

Se il maschio accetta e vive con gioia le sue pulsioni e le comunica sinceramente alla donna si predispone ad aprire il cuore a ricevere l'energia femminile. La donna, oltre a subire la denigrazione della sessualità, e di quella femminile in particolare, ha corso il rischio di confondere l'aprirsi, l'aprire il cuore all'uomo come essere sottomessa a lui e quindi, da qui, la ricerca dell'imitazione del maschile rinunciando alla sessualità propria. In realtà la predisposizione della donna all'accoglienza aiuta l'uomo ad aprirsi ai sentimenti; l'uomo, con il suo più intenso desiderio sessuale stimola la donna a riscoprire il proprio corpo e l'energia al polo genitale.

 

L'erotismo è un messaggio d'amore, una comunicazione che viaggia a pelle e racconta di desideri, di fantasie, esperienze di vicinanza e di scoperta.

 

Gioco e seduzione non sono solo prerogative della fase dell'innamoramento o dei primi anni. Sedurre il partner, rendersi desiderabili è un'arte che non va mai messa da parte, non è un tecnica, ma una conseguenza del sentirsi desiderabili, e nel gioco della coppia diventa naturale, un aspetto del linguaggio a due che si è costruito nel tempo; lasciarsi sedurre significa riconoscere, apprezzare l'altra/o.

 

A volte, soprattutto le donne, si lamentano che il partner di giorno è indifferente e la notte diventa voglioso e pretenzioso e ciò induce la donna alla chiusura, al rifiuto. Il far l'amore inizia al mattino con un sorriso, uno sguardo, un abbraccio, un'allusione, un complimento, un biglietto lasciato sul comodino…, il giorno prepara la notte e la notte il giorno.

 

C'è sempre un motivo per rimandare, rinviare il rapporto sessuale: stanchezza, mal di testa, giornata pesante, un diverbio… e c'è sempre un buon motivo per farlo: rilassa, ridimensiona le paure, rappacifica, rivitalizza.

Nell'atto sessuale i due non recitano un copione, ma improvvisano, liberi di iniziare, di interrompere, di variare.

 

Sentimenti e sessualità non sono un premio da meritare o un obbligo da assolvere; si fa l'amore perché si è sessuati, si vive, si ama.

 

John Gray, nel libro "Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere", rileva che gli uomini sono portati a definire la propria identità, il proprio valore in base alla capacità di raggiungere dei risultati. Le donne si riconoscono invece nella qualità dei rapporti interpersonali e dei sentimenti.

 

La modalità maschile di affrontare i problemi è di trovare, da solo, quanto prima una soluzione, quella femminile di confrontarsi con qualcuno, parlarne. L'uomo si rifugia nella sua "caverna", cioè se stesso, e quando trova la soluzione esce; la donna, parlandone, manifesta ed elabora le emozioni, pensa ad alta voce e si chiarisce.

 

Quando la donna si rivolge all'uomo in merito a un problema, a lui viene spontaneo offrire una soluzione immediata; se la donna non utilizza i suggerimenti ricevuti il partner vive il contributo dato come insoddisfacente e se ne risente.

 

Il maschio vive con irritazione le apparenti esagerazioni, drammatizzazioni della donna, ad esempio: "Non usciamo mai!.... Nessuno mi ascolta!... ". In realtà la donna usa tali modalità per esprimere meglio le sensazioni, i sentimenti e contemporaneamente per richiedere attenzione e aiuto. "Non usciamo mai" equivale a : "Voglio stare con te in modo piacevole"; "Non mi stai mai ad ascoltare" significa :"Ho paura di non interessarti più; temo che il lavoro o altro siano più importanti di me... Dammi un segnale che ti piaccio ancora, che ti piace stare con me.".

 

Le donne vivono invece la chiusura dell'uomo, il ritiro nella caverna, come una mancanza di fiducia, un rifiuto o il nascondere un terribile segreto.

 

Si rileva ancora come per diverse donne l'essere single, in taluni contesti sociali, equivalga al fallimento della propria vita, alla squalifica della propria femminilità. Un vissuto che segnala da una parte il persistere di atavici condizionamenti sociali, e dall'altra la necessità di un processo personale di valorizzazione di sé.

 

La paura dell'uomo è di dare, perchè spesso il dare è inteso come offrire una prestazione e c'è il timore di deludere.

 

Nell'innamoramento si va oltre la paura; il richiamo interiore a crescere, a realizzarsi permette di abbandonare, senza rimpianti, il modo abituale di esistere; il desiderio di incontrare l'altro/a non è più nascondibile e l'altro/a si fa trovare e, a sua volta, sollecita l'incontro.